Dedicato a Michael Jackson

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venerdì 21 gennaio 2011

Udienza preliminare del 06/01/2011

Molto intensa la terza giornata di udienza preliminare di ieri, 6 gennaio 2011. E' bene specificare subito che alcuni dettagli devono essere verificati per la loro complessità e perchè provengono da fan presenti in aula di tribunale che potrebbero aver twittato delle imprecisioni. Il riferimento va soprattutto ai dati dei tabulati telefonici di Murray.

Poco prima del consueto orario di inizio della terza udienza preliminare per l’omicidio di Michael, 09.00 PST (ore 18.00 italiane), sono arrivate in tribunale Katherine e La Toya Jackson, poi raggiunte da Randy.

Fonti:
AP: Associated Press
Los Angeles Times
CNN
TMZ
MJJ Community
http://sprocket-trials.blogspot.com/

Primo testimone: Richard SenneffA salire sul banco dei testimoni per primo ancora il paramedico Richard Senneff, già ascoltato nell’udienza di mercoledì 5 gennaio 2011. Senneff ha parlato di un’incredibile folla di paparazzi e visitatori all’esterno della casa di Michael che intralciarono la corsa dell’ambulanza all’ospedale. “Era un circo là fuori, era incredibile”. Senneff ha detto che l’autista dell’ambulanza aveva difficoltà ad uscire dalla residenza di Michael a causa di quella folla, che includeva i passeggeri di un tour bus e fotografi con macchine fotografiche e videocamere di ogni dimensione. Ad un certo punto, un uomo con una telecamera corse accanto all’ambulanza tenendo una macchina con un grande obiettivo contro il vetro. “Sembrava così sbagliato”, ha detto. Interrogato dall’avvocato della difesa, Senneff ha riferito che Murray voleva inserire un catetere venoso centrale per far ripartire il cuore di Jackson dandogli del magnesio, ma i medici non erano equipaggiati o istruiti a fare un’operazione del genere e non avevano magnesio con loro. Ricordando di non aver riconosciuto Michael Jackson nel paziente, il cui nome venne pronunciato ad un certo punto da qualcuno presente nella stanza di cui Senneff si è detto non sicuro di chi fosse precisamente, ha chiarito che la squadra di rianimazione andò oltre il proprio dovere non perché Jackson fosse una celebrità, ma perché “era il figlio di qualcuno”.
Gli è stato chiesto se Murray li avesse assistiti durante il trasporto di Michael giù per le scale e Senneff ha risposto “non in quel momento”, perché Murray disse di aver sentito un battito sull’arteria femorale di Michael (sulla gamba, vicino all’inguine). Il paramedico ha spiegato che quando il CPR viene praticato bene, non è raro rinvenire un battito. Dopo le compressioni, è possibile avvertire un battito, se le compressioni cessano, allora ovviamente non sono queste a determinarlo, occorre fermarsi per qualche secondo e controllare il monitor della macchina per l’elettrocardiogramma. Senneff fece esattamente questo, ma il tracciato di Michael era piatto. A quel punto Michael fu portato giù al piano di sotto e messo sull’ambulanza. Il Dottor Murray chiese ai paramedici di somministrare a Michael un’altra dose di epinefrina (adrenalina).
Essi lo fecero attraverso una soluzione salina. Una volta arrivati all’UCLA, c’era folla dappertutto. Il Dottor Murray chiese ai paramedici di coprire il volto di Michael con un’asciugamano. Senneff pensò che fosse una richiesta ragionevole, soprattutto dopo che un uomo aveva rincorso l’ambulanza giù per Carolwood per filmare la scena. All’UCLA tentarono ancora di rianimare Michael Jackson. Mentre era all’ospedale, Senneff apprese che l’UCLA aveva dichiarato lo stato di decesso del paziente. Non ha ricordato esattamente il lasso di tempo intercorso, ma ha supposto che la dichiarazione fosse avvenuta dai 45 ai 60 minuti dopo l’arrivo di Michael in ospedale.
Ancora nel controinterrogatorio, gli è stato chiesto se poteva trattarsi di un “falso” battito (di quelli che si verificano durante le compressioni del CPR). Senneff ha ribadito che i paramedici non sentirono mai alcun battito. L’avvocato della difesa Murray gli ha chiesto se il Dottor Murray offrì del magnesio e il catetere venoso centrale dal proprio equipaggiamento medico e Senneff ha risposto di no.
Chernoff ha voluto che specificasse di nuovo l’intervallo che secondo la sua opinione poteva essere passato dalla morte di Michael Jackson all’arrivo dei paramedici, e Sennoff ha ripetuto che poteva essere già deceduto dai 20 ai 60 minuti prima del loro arrivo.
“A che ora ci fu la chiamata al 911? – Alle 12.21 pm. – Quella non era esattamente l’ora della telefonata, ma di quando lei l’ha ricevuta, è corretto?”. Il testimone ha avuto bisogno di consultare il run sheet. La telefonata arrivò alle 12.21 pm e loro la presero alle 12.22 pm.

Secondo testimone: Martin BlountIl testimone n° 7 dell’accusa è stato Martin Blount, un altro paramedico, con 20 anni di esperienza come vigile del fuoco, e 11 da paramedico. Quella mattina del 25 giugno 2009 era l’autista dell’ambulanza. La prima volta che vide il paziente, questi non era sul pavimento, ma sul letto. Ha identificato il Dottor Murray come la persona che aprì la porta e chiese aiuto, ricorda che stava sudando, ed era in evidente stato di panico. Blount ha detto di aver notato l’attrezzatura per l’intravenosa nella stanza. Il paziente fu messo in una zona migliore della stanza.
Blount fu l’ultima persona nella stanza perchè come autista competeva a lui prendere la barella e gli altri dispositivi medici. La sua posizione era alla testa del paziente. Sentì chiedere a Murray se aveva somministrato al paziente dei farmaci e il Dottor Murray disse di no e spiegò che era presente l’intravenosa perché il paziente era stato soggetto a disidratazione. La sua dichiarazione alla polizia dice che il Dottor Murray raccontò che le prove del giorno precedente avevano avuto una durata di 16 ore.
Ha ricordato che Murray disse ai paramedici che erano passati solo 5 minuti dal collasso di Michael alla telefonata al 911. Blount ha riferito di aver notato nella stanza una bombola per l’ossigeno e delle cannule nasali che servono a connettere la bombola, ma nessun monitor per controllare il battito cardiaco. Blount inserì un tubicino per dare aria a MJ attraverso una pompa manuale. I paramedici si accorsero di un’intravenosa che non stava funzionando bene, allora cercarono un nuovo spazio dove inserire un’altra intravenosa. Toccarono le braccia di Michael Jackson per trovare questo nuovo spazio e pensarono che il suo corpo era freddo. I paramedici decisero di infilare l’intravenosa aggiuntiva nella giugulare e a quel punto si resero conto che gli occhi di Michael erano fissi e dilatati. Anche secondo Blount, Michael era già morto all’arrivo dei paramedici. Blount ha riferito che Murray ad un certo punto ha mostrato un ago ipodermico di colore blu del diametro di 24 (mm?) che ha definito strano visto che Murray aveva detto di non aver dato a Michael nessun farmaco. Ha detto che Murray voleva utilizzarlo su una siringa, ma lui e gli altri paramedici si rifiutarono. Blount ha ribadito che non c’era nessun ritmo cardiaco visibile dal monitor e che Murray disse ai paramedici che lui aveva sentito una pulsazione femorale. Ha definito strano anche il catetere esterno (a sistema condom), di cui ha spiegato l’uso comune nelle procedure chirurgiche quando il paziente è in stato di incoscienza. Murray fece una telefonata dall’ambulanza. Nel contro interrogatorio, l’avvocato di Murray ha detto che in realtà Blount aveva detto agli investigatori che la pelle di Michael non era né calda né fredda. Blount ha detto che uno dei paramedici chiese a Murray se Michael stava assumendo sostanze stupefacenti e Murray ha risposto di no. La difesa di Murray ha inoltre ricordato che uno dei paramedici, Goodwin, fallì 3 tentativi di trovare una vena sulle braccia di Michael e ha chiesto a Blount se questa difficoltà è usuale nei dipendenti dai farmaci. Blount ha fornito un esempio di un noto dipendente dai farmaci con dei tatuaggi sul quale era stato ancora possibile trovare una vena. La difesa ha di nuovo chiesto se potrebbe essere difficile e Blount ha convenuto di sì.

Terzo testimone: Harry DaliwalDopo la pausa pranzo, l’udienza è ripresa con le testimonianze di due responsabili della compagnia telefonica che hanno fornito i registri dei due apparecchi del Dottor Murray, un iPhone e uno Sprint-Nextel. I registri mostrano che il Dottor Murray ha inviato e ricevuto numerosi messaggi e telefonate, ma non ha mai chiamato il 911.
Particolarmente interessanti due messaggi inviati da Murray, uno alle 12.03 pm e l’altro alle 12.04 pm. La persona alla quale Murray stava spedendo i messaggi era in Texas. Non è chiaro se i messaggi abbiano qualcosa a che fare con le due donne dell’ufficio di Murray che andarono a recuperare delle scatole nel deposito.

Testimone: Harry Daliwal, impiegato presso la AT&T (iPhone) da 15 anni.
72 pagine di registrazioni, ripeto che noterete alcune notizie contraddittorie.

Di seguito un breve resoconto:09:00 am: sms spedito a o da qualcuno in Texas;
09:11am : sms spedito a o dal Texas;
871 dati ricevuti allo stesso modo dalle 12.04 am alle 06:04 am del 25 giugno 2009;
12:03 pm: sms spedito a o dal Texas;
12:04 pm: sms spedito a o dal Texas;
12:15 pm: invio dati;
12:18 pm: invio dati;
12:53 pm: sms in California
01:23 pm: sms in Nevada

Chernoff non ha fatto alcuna obiezione. Ha dichiarato di non avere familiarità con il documento dicendo che aveva ricevuto i registri delle telefonate e non quello dei messaggi.

Alcuni dettagli della lista delle telefonate di Murray:10:29 am: telefonata da un numero sconosciuto a Murray della durata di 22 minuti.
11.07: telefonata a Murray della durata di 1 minuto;
11:18 am: telefonata a Murray della durata di 32 minuti (dato da verificare, perché i 32 minuti scadrebbero alle 11.50 am e alle 11.49 viene riportata un’altra telefonata)
11:49 am: telefonata da Murray al numero 702 xxx 4989 della durata di 3 minuti.
11:51 am: telefonata da Murray al numero 832-xxx-3832 della durata di 11 minuti.
12:12 pm: telefonata da Murray al numero 562 xxx-2570 della durata di 1 minuto.
12:15 pm: dal numero 562 xxx 2570 a Conrad Murray della durata di 1 minuto.

TELEFONATA DELLE 11:51 am della durata di 11 minuti alla fidanzata: Questo è in contraddizione con quanto dichiarato ai poliziotti, ovvero che appena dopo mezzogiorno lui era al telefono con Alvarez e quando si rese conto che Michael Jackson stava male buttò giù il telefono.

Quarto testimone: Testimone Jeff Strohm, che lavora per la Sprint Nextel.
/b>Breve resoconto delle telefonate:
8:49 am: telefonata dal numero 5217 a Murray della durata di 53 secondi
10:22 am: dal numero 0124 a Murray della durata di 111 secondi
10:34 am: da Murray al numero 3233 per 8 minuti e mezzo
11:26 am: dal numero 9566 a Murray per 7 secondi
1:08 pm: da Murray alla fidanzata Nicole Alvarez della durata di 2 minuti.


Chernoff ha chiesto se c’è un modo per rimettere insieme i vecchi messaggi vocali degli utenti e Strohm ha risposto che c’è, ma che lui non è un esperto. Gli è stato domandato se tutte le telefonate del 25 giugno sono state registrate nell’area di Los Angeles e ha risposto di sì.

Quinto testimone: Richelle Cooper e Thao NguyenNella sessione pomeridiana della giornata sono stati ascoltati due dottori dell’UCLA Medical Center, che hanno dichiarato che Michael Jackson era già morto all’arrivo in ospedale, ma ancora il Dottor Murray disse loro di non rinunciare con facilità al tentativo di salvare il paziente.
La dottoressa Richelle Cooper ha testimoniato che quando Jackson arrivò all’UCLA non c’era alcun segno di vita e ha specificato che Murray non era disposto a parlare dei farmaci che aveva somministrato a Michael Jackson. Murray le disse che Michael aveva preso del Valium e del Flomax per problemi urinari. Cooper ha detto che Murray ha ammesso di aver dato il lorazepam, ma non fece mai cenno al Propofol. Il tempo speso nel tentativo di rianimare il paziente, nonostante fosse già chiaramente morto quando l’ambulanza lo portò in ospedale, fu di un’ora e 26 minuti. Alle 02.26 pm fu presa la decisione di dichiararlo morto. Il dottor Cooper ha dichiarato che il peso di Michael Jackson era di circa 61 chilogrammi.
L’altra dottoressa al banco dei testimoni, Thao Nguyen, ha confermato che il Dottor Murray negò di aver somministrato al paziente altre benzodiazepine e il Propofol, parlò solamente di 4 milligrammi di lorazepam somministrati per via endovenosa. Ha detto che tutte le domande relative agli intervalli di tempi trascorsi dalla somministrazione del farmaco all’interruzione della respirazione, alla telefonata al 911, non le furono specificati dal Dottor Murray, che le disse di non avere a disposizione un orologio per controllarli.

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