Dedicato a Michael Jackson

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venerdì 21 gennaio 2011

Udienza del 07/01/2011

La quarta giornata di udienza preliminare è stata caratterizzata da un importante affondo dell'accusa riguardo all'attesa da parte di Murray nel chiamare i soccorsi, e dalle prime avvisaglie della strategia difensiva che punta all'autoiniezione della dose fatale di Propofol da parte di Michael.

Presenti in aula i genitori di Michael e La Toya.

Fonti:
http://sprocket-trials.blogspot.com/
CNN
Los Angeles Times
TMZ

Nota sulle fonti: Leggendo molte pagine di materiale per scrivere questi resoconti, continuo a notare imprecisioni e contraddizioni che secondo la mia opinione rendono impossibile distinguere le fonti "ufficiali" da quelle ufficiose, e nel caso di Michael ancor di più, visto che i media non hanno fatto altro che mentire sul suo conto. TMZ è stato il primo ad informare sulla morte di Michael, ma in questi 18 mesi e oltre, ha pubblicato numerose notizie fasulle e anche alcuni aggiornamenti sulle udienze contraddicono ciò che è possibile leggere altrove. Escluderlo a priori, così come le altre fonti che presentano tutte, chi più chi meno, delle incongruenze, credo che non ci permetterebbe di avere quanto meno un quadro generale di quello che sta succedendo a Los Angeles, un quadro su cui però, come facciamo sempre, vi invitiamo a riflettere e fare le vostre verifiche, perchè purtroppo nessuna di noi è presente in aula, e anche se fosse così, sarebbe sempre bene da parte di ciascuno di voi approfondire le informazioni. Grazie.

Primo testimone: Dan MyersL’accusa ha messo sotto i riflettori l’intricata vita privata di Conrad Murray chiamando sul banco dei testimoni tre amanti del dottore, due ex e una attuale.

Il primo ad essere ascoltato però è stato il detective Dan Myers della polizia di Los Angeles, che ha concluso la sua testimonianza cominciata nella sessione pomeridiana della terza giornata di udienza preliminare del 6 gennaio 2011.

Myers si occupò di esaminare i tabulati telefonici di Murray, con particolare attenzione all’intervallo temporale compreso tra la mezzanotte del 24 giugno fino alla conclusione del 25 giugno, contattando i numeri telefonici registrati allo scopo di identificare le persone che erano state chiamate.

Tali persone furono:
07:01 am, Andrew Butler, che identificò Murray come suo amico e dottore;
08:49am, Angelette Guild, che identificò Murray come un amico e suo medico;
09:23 am, Bioni Marissia, che identificò Murray come il padre di una sua amica;
10:22 am, la Acres Home e Cardiology Clinic in Texas;
10:34 am, Stacey Howel Ruggles, che disse di conoscere Conrad Murray e che era la sua assistente personale. Riferì al detective che Murray le aveva chiesto la sua collaborazione per una lettera relativa all’imminente tour di Londra;
11:07 am, di nuovo la Ruggles;
11:18 am, chiamata effettuata al 6802, contattato quel numero per 32 minuti di telefonata. Si trattava dell’ambulatorio di Murray a Las Vegas, dove il detective si recò personalmente;
11:26 am, telefonata a Murray da parte della Signorina Morgan;
11:51 am, Sade Anding (quindi, NON Nicole Alvarez, come da resoconto della terza giornata di udienza preliminare);
12:12 pm, Michael Amir Williams;
01:08 pm, Nicole Alvarez.

Nel controinterrogatorio, la difesa ha cercato di approfondire il lavoro investigativo di Myers, che ha dichiarato di aver parlato con la Signorina Sade Anding alla quale risultava essere stata fatta la telefonata delle 11.51 am da Conrad Murray.

Secondo testimone: Sade AndingE’ della Anding la testimonianza che ha influito più direttamente sulla morte di Michael, proprio perchè era al telefono con Murray nel periodo di tempo in cui il dottore si rese conto che Michael giaceva morente sul letto.

La Anding conobbe Murray più o meno alla fine di febbraio 2009 al Sullivan Steak House presso il quale lavorava servendo cocktail. Non è stata precisa nel ricordare l’orario in cui Murray le telefonò (secondo http://sprocket-trials.blogspot.com/, ha detto circa alle 12.30 pm del Texas, che ha una differenza di due ore dalla California, quindi secondo i suoi ricordi Murray la chiamò verso le 10.30. Secondo TMZ, non è chiaro se si riferisse al fuso orario del Pacifico o a quello del centro America.).

Ha detto che dopo i saluti, lei gli disse di ascoltare com’era andata la sua giornata, ad un certo punto sentì un altro telefono suonare, un trambusto come se il telefono fosse stato messo in una tasca o qualcosa del genere, delle voci borbottare, che non riconobbe, e poi la sua telefonata fu interrotta. Provò a richiamare Murray e a mandargli un messaggio senza ottenere risposta, cosa che ha definito insolita.
Considerando l’intervallo temporale di questa telefonata (telefonata 11.51 am della durata di 11 minuti) come quello nel quale Murray si rese conto delle condizioni di Michael (presumibilmente verso le 11.55 am) e la telefonata al 911 partita alle 12.21 PM, ci sono almeno 20 minuti di tempo di attesa da parte di Murray prima di chiamare i soccorsi per Michael che aveva smesso di respirare.
Con Murray parlò più tardi, quando la polizia la raggiunse nella sua casa di Houston. Murray le chiese scusa per averla messa in questa situazione e le suggerì di parlare con il suo avvocato dopo aver conferito con la polizia.

Terzo testimone: Bridgette MorganTestimone successiva Bridgette Morgan, che ha dichiarato di aver conosciuto Murray in un club nel 2003 e di averlo chiamato quella mattina del 25 giugno, ma senza riuscire a parlarci.

Quarto testimone: Nicole AlvarezL’attuale compagna di Murray, Nicole Alvarez, è stata tra le 3 quella trattenuta per più tempo, probabilmente perché l’interesse dell’accusa è collegare i costi finanziari della vita sentimentale di Murray con il suo desiderio di tenersi un lavoro per Michael da 150.000 dollari mensili.
La sua testimonianza è stata caratterizzata da molti “Non ricordo” e “Può ripetere la domanda?”. Tra i tanti vuoti di memoria, non ha ricordato: se Murray le aveva detto di essere ancora sposato quando cominciarono la loro relazione (i due si conobbero in un club nel 2005, il giudice ha accolto l’obiezione quando l’accusa voleva sapere quale fosse esattamente la sua qualifica professionale all’interno del club); quando esattamente venne a sapere di aspettare un bambino da Murray (nato a marzo 2009); quante volte a settimana Murray si tratteneva a dormire a casa sua nel 2009; quando apprese che lui lavorasse per Michael Jackson, dicendo semplicemente che “ad un certo punto” ne divenne consapevole, ma Murray non le parlò mai di questo suo lavoro.

Quando l’accusa le ha chiesto se Murray avesse contribuito a pagare l’affitto della sua residenza di 2.500 dollari al mese, ha risposto di no, che lei era un’attrice e stava lavorando a dei progetti.

La Alvarez sapeva che Murray sarebbe andato in Inghilterra. Era stata invitata a seguirlo, anche se non ricorda esattamente quando, ma era entusiasta all’idea e voleva andare insieme al bimbo.
Quando l’accusa le ha mostrato alcune ricevute dei corrieri espresso che facevano consegne per il Dottor Murray presso la residenza della Alvarez, fra le quali sei consegne dalla farmacia di Las Vegas (la farmacia presso la quale Murray si riforniva del Propofol), la donna ha esitato nel riconoscere la sua firma, non ha saputo indicare di chi fossero quelle che ha riconosciuto con certezza come non proprie e ha detto di non aver mai aperto nulla che fosse indirizzato a Murray. L’accusa le ha chiesto se aveva contattato l’avvocato Chernoff dopo la morte di Michael, lei ha risposto che non ce ne sarebbe stato motivo e che ha contattato l’avvocato solo dopo aver ricevuto un mandato di comparizione.

Quinto testimone: Elissa FleakL’ultima testimonianza della giornata è stata di Elissa Fleak, un’investigatrice per il coroner della contea di Los Angeles, da 8 anni in questa posizione. Appresa la notizia della morte di Michael Jackson, la Fleak riuscì a raggiungere l’UCLA Medical Center alle 05.20 pm per fare delle osservazioni sul corpo del deceduto, ad esempio per cercare delle ferite da taglio. Ha detto che non fu trovato nulla. Ha specificato di aver ottenuto dallo staff medico dell’UCLA 4 campioni di sangue di Michael per le analisi tossicologiche. Dopo essere andata in ospedale, si recò a Carolwood per investigare a casa di Michael, nello specifico la zona della camera da letto. Fotografò degli elementi che ritenne pertinenti alla causa della morte e fece l’inventario di tutte le prescrizioni mediche che rinvenne nella stanza, riportato sui documenti del Coroner.

Le prescrizioni recuperate sono:Flomax, clonazepam, diazepam, lorazepam, temazepam, trazodone e tizanidine.
Furono raccolte diversi flaconi di pillole (Vicodin), e tubetti di Lidocaina sul comodino. C’era anche il Benoquin.

La Fleak documentò anche chi era il dottore che aveva fatto quelle prescrizioni e ne risulta che:
Diazepam (Valium), Flomax, Lidocaina, lorazepam (Ativan), temazepam erano state prescritte dal Dr. Murray; il Clonazepam e il trazodone dal Dottor Metzger; nome mancante prescritto dal Dr. Klein (è presumibile il Benoquin visto che è il farmaco usato nel trattamento della vitiligine).

Alla Fleak sono state mostrate le foto della stanza di Michael per riconoscere tutti gli oggetti presenti: siringhe sul tavolo, aghi sul pavimento, una sacca dell’urina, diversi assorbenti per l’urina, una scatola aperta di aghi ipodermici, un catetere intravenoso, una sacca con soluzione salina.
E due flaconi vuoti: uno di Propofol da 200 mg, l’altro potrebbe essere midazolam (la nota di trascrizione è incerta sul secondo farmaco).

La Fleak fece una seconda ispezione nella casa di Michael il 29 giugno 2009, informata dai detective che c’era ulteriore materiale investigativo nella casa. Alla camera da letto di Michael era allegata un’altra stanza, per descriverla sono state mostrate delle foto, sembra ci fosse una zona armadio della grandezza di una camera normale dove sono state recuperate altre prove, tra cui un flacone di Propofol all’interno di una sacca tagliata e altre 6 fiale di Lidocaina.

Dopo aver letto anche l’inventario di tutto questo altro materiale ritrovato il 29 giugno, l’accusa ha chiesto se era corretto dire che in totale la Fleak aveva contato 11 flaconi di Propofol (alcuni sono da 100 ml, altri da 20 ml), e lei ha risposto di sì. In aggiunta a quello vuoto trovato sul pavimento il 25 giugno, nella stanza di Michael erano 12 i flacondi di Propofol.

Nel controinterrogatorio alla Fleak, la difesa del Dottor Murray ha cominciato a delineare la propria strategia di difesa, che punta sul fatto che Michael Jackson, per la frustrazione di non riuscire a dormire quel giorno, si sia autoiniettato da solo la dose di Propofol che alla fine lo ha ucciso. Un avvocato del team di difesa, J. Michael Flanagan, ha fatto ad Elissa Fleak alcune domande che alludono a questa teoria, ad esempio se per Jackson fosse stato possibile raggiungere le siringhe dal letto, ma in questo caso il giudice ha accolto l’obiezione dell’accusa.

Le udienze preliminari riprenderanno lunedì 10 gennaio alle 09.00 PST (ore 18.00 in Italia).

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