Dedicato a Michael Jackson

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venerdì 21 gennaio 2011

Udienza del 10/01/2011

Nella 5 giornata di udienze preliminari, le testimonianze sono state programmate per le ore 10.00 PST (19.00 in Italia). Alle ore 09.00 PST, comunque, si è svolta un’udienza per riesaminare le mozioni e altri argomenti con i procuratori, in particolare i tabulati telefonici di Murray.

Una notizia certamente non buona è che uno degli avvocati del dottor Murray, J. Michael Flanagan, è noto per essere stato l’unico avvocato ad aver ottenuto l'assoluzione di un suo assistito della California in un altro caso che coinvolgeva il Propofol.

In aula sono presenti i genitori di Michael, La Toya, Jackie, Randy e Janet.

Fonti:
http://sprocket-trials.blogspot.com/

CNN
Los Angeles Times
TMZ

Il Giudice Pastor ha decretato che i dati ottenuti dall’iPhone di Murray possono essere ammessi come prova. Secondo l’avvocato di Murray, Ed Chernoff, il telefono contiene un po’ di brevi messaggi nella segreteria telefonica e 12 screenshot. L’accusa ha usato i tabulati per ricreare una sequenza temporale che mostri ciò che fece Murray il giorno in cui Michael morì.

Primo testimone: Stephen J. Marx
A salire per primo sul banco dei testimoni in questa 5° giornata di udienza preliminare è Stephen J. Marx, che il 28 luglio 2009 fu l’esperto forense di computer nell’agenzia federale antidroga che fa capo al dipartimento di giustizia degli Stati Uniti (DEA: Drug Enforcement Administration). Ora è in pensione.

Marx fece un’analisi dell’iPhone e ha confermato di aver trovato degli screenshot in formato jpeg e che da alcuni di essi è possibile risalire alla data di quando la persona li ha visualizzati sul telefono perché contengono la data dell’immagine.

Walgren ha chiesto conferma di uno screenshot datato 25 giugno 2009, ore 09.45 am, che si può dire sia stato visualizzato da Murray e di un’e-mail memorizzata sul telefono in cui c’era il saluto “Ciao Conrad”, firmata da Bob Taylor, un mittente con sede a Londra di una compagnia di assicurazione. L’email portava l’orario 05.54 am, ora di LA, non di Londra. Il contenuto dell’email riguardava specifiche richieste riguardo la salute di MJ. “Tu sei l’unico dottore che è stato consultato durante quel periodo? Le tue cartelle cliniche risalgono al 2006, quando hai incontrato MJ per la prima volta?”

A questa email Murray rispose alle 11.17 am del 25 giugno dicendo che gli era stata negata l'autorizzazione al rilascio delle cartelle cliniche di Michael per ottenere l’assicurazione, e che in merito alle dichiarazioni rilasciate dalla stampa sullo stato di salute di Michael c’è la volontà... (il transcript per ora disponibile in rete non continua la frase).

C’erano anche email inoltrate dalla compagnia di assicurazione e rimandate al mittente.

Secondo testimone: Tim Lopez
Una testimoninanza cruciale della gionata è stata quella di Tim Lopez, proprietario di una farmacia di Las Vegas, l’Applied Pharmacy Services.

Conrad Murray la prima volta contattò la farmacia nel 2008 identificandosi come afro-americano con alcuni pazienti afro-americani affetti da vitiligine e chiedendo per loro il Benoquin. Il farmacista non fu capace di reperire il farmaco, ma nessuno dei due ritelefonò all’altro. A marzo 2009, Murray richiamò la farmacia chiedendo nuovamente il Benoquin.

Stavolta il farmacista riuscì a rifornire Murray ad aprile e poi chiese se era possibile che le consegne dei farmaci potessero essergli fatte presso il suo ufficio. Alla fine di aprile, Murray tornò dal farmacista per dirgli che era soddisfatto della crema e chiedendogli se era in grado di fornirgli farmaci per le altre sue cliniche, chiedendo il Propofol e delle soluzioni saline.

Dopo aver ricevuto l’informazione sul prezzo, Murray fece un ordine telefonico di Propofol e soluzioni saline.

Da questo momento e fino alla morte di Michael, Murray continuò a rifornirsi di Propofol (2 specifiche formulazioni di questo farmaco) presso la farmacia di Lopez per un totale di:

255 fiale: 130 da 100 ml e 125 da 20 ml

Il primo ordine di Propofol fu consegnato tramite corriere espresso presso l’ufficio di Las Vegas di Murray. Murray chiese al farmacista se parte dell’ordine poteva essere consegnato a Santa Monica, Los Angeles. Murray disse che aveva una clinica al centro di Los Angeles. Il farmacista verificò l’indirizzo di Nicole Alvarez, la compagna di Murray, a Santa Monica e cominciò a spedire presso di esso gli ordini dei farmaci.

Le spedizioni fatte presso il domicilio di Nicole Alvarez furono 6.

Primo ordine con spedizione a Santa Monica 28 Aprile 2009: Oltre al Propofol, Murray ordinò due confezioni di diazepam per un totale di 20 flaconi e 1 confezione di lorazepam per un totale di 10 flaconi. Richiese le forme iniettabili di questi farmaci (il lorazepam era disponibile anche per via orale).

Durante una conversazione telefonica per effettuare un ordinativo, Murray richiese al farmacista delle formulazioni energetiche, ovvero che avrebbero incrementato l’insonnia. Il farmacista suggerì alcuni farmaci che avevano l’effetto di aumentare la vigilanza. Murray non voleva che fossero non-narcotici (verificare: i non narcotici sono quei farmaci che non agiscono sul sistema nervoso centrale) e voleva che fossero il più possibile naturali. Murray non voleva qualcosa soggetto a prescrizione medica, ma qualcosa da banco. Il farmacista gli disse che doveva necessariamente prendere qualche formulazione che contenesse caffeina.

Murray disse al farmacista che era egli stesso ad avere bisogno di questi energizzanti, il farmacista gli riferì alcune idee e gli disse che poi gli avrebbe fatto sapere.

Poi Murray gli disse che il suo paziente si stava lamentando del dolore per le iniezioni e gli richiese la lidocaina (che è disponibile in crema gel e in forma iniettabile).

Secondo ordine con spedizione a Santa Monica 12 Maggio 2009: il farmacista consegnò a Murray 60 grammi della formulazione in crema di lidocaina al 2% che aveva preparato per lui.
Gli fornì anche il flumazenil, che è un farmaco che serve ad invertire gli effetti delle benzodiazepine.

Terzo ordine con spedizione a Santa Monica 14 Maggio 2009: Breve discussione sulla formulazione del Benoquin, di cui Murray si era già lamentato perché riteneva che fosse troppo grassa. Il farmacista lavorò su una formulazione diversa per risolvere il problema. Murray inoltre gli fece presente che la lidocaina al 2% non era forte abbastanza, così il farmacista la fece al 4%. Gli consegnò dei campioni di questi farmaci a formulazione nuova e 60 grammi di lidocaina al 4% in crema.

A quel tempo, il farmacista stava programmando un viaggio a Los Angeles quindi chiese a Murray se voleva che questa consegna gliela facesse in aeroporto, così da risparmiare i costi di spedizione. Murray gli rispose che non era necessario e che la spedizione tramite FedEx all’indirizzo di Santa Monica andava bene.

Quarto ordine con spedizione a Santa Monica 1 Giugno 2009: nuova conversazione sugli energizzanti. Da banco erano disponibili 3 farmaci che il farmacista poteva combinare insieme in un’unica capsula, chiese a Murray se era d’accordo con questa combinazione di caffeina, efedrina e aspirina. Murray rispose di sì ed il farmacista preparò 30 capsule con questa formulazione che incluse in questa spedizione.

Quinto ordine con spedizione a Santa Monica 10 Giugno 2009: nuova spedizione con lidocaina, ma stavolta iniettabile, e altre 30 capsule di questo energizzante formulato dal farmacista con la combinazione di caffeina, efedrina e aspirina.

Sesto e ultimo ordine con spedizione a Santa Monica 15 Giugno 2009: Murray gli fece sapere che era soddisfatto degli energizzanti e richiese il prezzo. Ordinò altri articoli: 10 litri di Lorazepam iniettabile, 20 flaconi di diazepam iniettabile e 12 sacche di soluzione fisiologica.

Durante tutti questi ordini, Murray non fece mai il nome di alcun paziente per il quale avrebbe utilizzato i farmaci di questi ordini.

Il farmacista ha ricordato che la sua ultima conversazione telefonica con Murray risale al 23 o al 24 giugno 2009. C’era molto rumore e sembrava che Murray fosse alla guida della sua auto con il finestrino aperto.

A questo punto l’accusa ha verificato insieme al testimone tutte le varie fatture e ricevute di spedizione degli ordinativi di Murray. Risultano tutte consegnate all’indirizzo di Santa Monica di Nicole Alvarez. Una volta c’è stato un errore ortografico del cognome della Alvarez, poi verificato, e un’altra volta la ricevuta di spedizione porta la firma di una persona che pare corrisponda al nome di P. Mason.

Nel controinterrogatorio, il farmacista ha spiegato che l’unica verifica che compete loro per spedire i farmaci è assicurarsi che l’ordine provenga da un dottore con licenza medica, che Murray fornì al momento del primo ordine (provenienza Nevada), mentre non c’è l’obbligo di verificare che l’indirizzo di spedizione corrisponda effettivamente ad una clinica. Il farmacista ha detto che Murray era l’unico dottore al quale spediva il Propofol e poi ha specificato che il contenuto di queste fiale si può estrarre attraverso un ago.

Terzo testimone: Jaime Lintemoot
Jaime Lintemoot è una Criminalista Senior presso l’ufficio del Coroner di Los Angeles.

Nel suo lavoro ha competenze tossicologiche e di analista di sostanze, e raccoglie le prove dai corpi delle vittime. Dal 2001, lavora come tecnico tossicologo e risponde che è corretto affermare abbia diretto migliaia e migliaia di test tossicologici e che ha familiarità con il Propofol.

Prima del 2005, non esisteva un metodo per determinare la presenza del Propofol nel corpo di una vittima, lei è stata ricercatrice e risolutrice di questo problema.

Sin dai primi esami diagnostici, emerse che nel corpo di Michael era presente il Propofol.

Le analisi sono state condotte su campioni dei tessuti del corpo di Michael (cuore, intestino, ecc), e tutti hanno rilevato la presenza del Propofol. Dai campioni sono risultati anche il Lorazepam, il Diazepam e il Midazolam. Il test dell’efedrina è risultato negativo nei tessuti del cuore, ma positivo nell’urina, urina recuperata dalla sacca attaccata al catetere.

La criminalista ha fatto dei test anche su una siringa e su un ago separato dalla siringa, test che possono rilevare la presenza del Propofol ma non la specifica quantità.

Il test sul barilotto della siringa ha evidenziato la presenza di Propofol e Lidocaina.

I test sono stati fatti anche sul kit per l’intravenosa, di cui la criminalista ha disegnato un diagramma non in scala che descrive la sacca, i tubicini (uno lungo e uno corto) e il morsetto.

Sulla sacca ed il tubicino lungo non è stata trovata nessuna traccia di farmaco, mentre sulla siringa si ribadisce la presenza di Propofol, Lidocaina e Proflazonil e sul tubicino il Propofol e il Flumazenil.

L’avvocato Flanagan ha condotto il controinterrogatorio della criminalista alla quale ha fatto delle domande in merito a 70 grammi di liquido scuro presente nello stomaco di Michael al momento dell’autopsia, liquido in cui sono stati ritrovati 0.13 milligrammi di Propofol (o 1.3, il transcript, non è chiaro). Nello stomaco è stata rinvenuta anche la Lidocaina. L’analisi delle diverse quantità di questi due farmaci rilevati nello stomaco, ha prodotto un rapporto di 12 a 1 (12 parti di Lidocaina, 1 di Propofol).

Il giudice ha accolto l’obiezione quando Flanagan ha chiesto alla criminalista se poteva trattarsi di cibo o di succo. L’avvocato ha chiesto alla criminalista se era stato analizzato un qualunque contenitore di succo per la presenza di Propofol e lei ha risposto di no.

Avendo notato che sul comodino di Michael ci fosse un brick di succo, e chiedendo se sia stata fatta un’analisi per il Propofol su un qualunque contenitore di succo, la difesa potrebbe puntare al fatto che Michael abbia bevuto egli stesso il Propofol.

Quarto testimone: Orlando Martinez
Ultimo testimone della 5 giornata di udienza preliminare è il detective Orlando Martinez della Squadra Omicidi della Polizia di Los Angeles, uno degli investigatori a capo di questa indagine insieme ai detective Dan Myers e Scott Smith.

Martinez ha dichiarato di aver cercato di contattare Murray lo stesso 25 giugno 2009, ma senza riuscirci. Il giorno dopo è stato contattato dall’avvocato di Murray, Michael Pena, che concordò un incontro in un albergo per il giorno successivo. Il 27 giugno 2009 i detective Martinez e Smith si recarono all’appuntamento dove erano presenti l’avvocato Pena, l’avvocato Chernoff e Murray.

L’interrogatorio fu registrato. Anzitutto, i detective chiesero a Murray quando aveva incontrato Michael Jackson per la prima volta e lui rispose nel 2006, attraverso il figlio di un suo paziente. Murray curò Michael ed i suoi figli per un’influenza a Las Vegas, non come cardiologo, ma come medico generico. Martinez ha riferito che il Dottor Murray raccontò di aver ricevuto una telefonata da Michael Amir Williams con la richiesta di prendersi cura di Michael in vista del tour, e che Michael Jackson voleva che fosse lui ad accompagnarlo nel suo tour londinese. Secondo Murray, dopo aver ricevuto quella prima telefonata da parte di Amir Williams, fu lo stesso Michael a contattarlo. Murray riferì alla polizia di aver curato Michael per l’insonnia per poco più di due mesi antecedenti alla sua morte, di notte e 6 giorni a settimana. Murray descrisse la sua terapia per aiutarlo a dormire: un’iniezione di 50 milligrammi di Propofol ed una flebo per tenerlo sotto controllo.

Quando il procuratore distrettuale ha chiesto a Martinez se Murray aveva parlato di 50 milligrammi ogni notte, il detective ha risposto: “Quello era il massimo”.
“Murray le disse che quella era il totale o la quantità di una dose?”
“Non penso che lo evidenziò in modo specifico. Mi disse che era un dosaggio per farlo addormentare e poi parlò di una flebo specifica”.

Martinez ha detto che Murray in più di un’occasione durante l’interrogatorio fece cenno a probemi di dipendenza dai farmaci di Michael. In merito alle ultime sere, Murray disse che pensava che Michael avesse maturato una dipendenza da Propofol. Perciò, decise di svezzarlo ricorrendo ad altri farmaci.

(Nota personale: peccato che DAL PROPOFOL NON SI PUO’ DIVENTARE DIPENDENTI!)

Nel descivere le ultime sere, Murray disse di aver somministrato il Propofol a Michael ogni singola notte per oltre due mesi.

Il tentativo di “svezzare” Michael dal Propofol da parte di Murray, negli ultimi 3 giorni della sua vita, fu fatto la prima notte somministrandogli un dosaggio di Propofol inferiore e altri due farmaci, il Lorazepam e il Midazolam. La seconda notte, dandogli soltanto questi ultimi due.

Quella notte del 25 giugno, Murray raccontò alla polizia di essere arrivato per primo a Carolwood, alle 12.50 am, e di essere salito in camera di Michael ad aspettarlo. Michael secondo Murray rientrò a casa circa all’una di notte, lo raggiunse nella sua stanza, si fece una doccia e si cambiò. Murray gli massaggiò sulla schiena una lozione per la pelle per il suo trattamento dermatologico.

Poi, gli diede per via orale del valium e cominciò la somministrazione intravenosa del lorazepam. Michael non riusciva a dormire e Murray gli somministrò ancora lorazepam, diazepam e poi midazolam.

Disse che Michael si lamentava del fatto che se non poteva dormire, avrebbe dovuto cancellare le prove e gli spettacoli. Disse che si sentiva pressato da Michael che continuava a lamentarsi perché nonostante Murray gli iniettasse quei farmaci alle 10 am era ancora sveglio. Michael chiese il suo “latte”, ovvero il Propofol, e Murray raccontò di avergliene dato solo 25 milligrammi, quindi la metà del normale dosaggio, alle 10.40/10.50 am. Alle 11.00 Michael si addormentò e Murray disse di aver monitorato le sue condizioni finchè non si sentì tranquillo e decise quindi di allontanarsi dalla stanza perché voleva cambiarsi nel bagno. Dichiarò di essersi allontanato solamente per 2 minuti; quando tornò, si sorprese nel rendersi conto che Michael aveva smesso di respirare.

Dichiarò che la prima cosa che fece dopo essersi accorto di questo, furono delle compressioni sul petto e la respirazione bocca a bocca. Le compressioni le faceva con una sola mano, tenendo l’altra sotto la sua schiena per sostenerla: Michael era sul letto perché Murray disse che da solo non sarebbe riuscito a spostarlo sul pavimento.
(Nel transcript ci sono dei numeri, probabilmente si riferiscono alla nota del DA sull’altezza di Murray, circa 2 metri, e il suo peso, circa 100 kg).
Il giudice ha accolto l’obiezione della difesa sulla domanda relativa al peso di Michael. Quando fu interrogato sul perché non avesse chiamato subito il 911, rispose che non voleva interrompere il suo tentativo di prendersene cura e non disse nulla ad Amir quando lo chiamò perché avrebbe potuto interferire con le sue cure.

Poi iniettò a Michael del tomazapil (questo farmaco non esiste, è sicuramente un errore del transcript).

A quel punto, uscì sul pianerettolo e raggiunse la cuoca giù per le scale dicendole che aveva un’emergenza e di mandargli la sicurezza al piano di sopra. Alvarez raggiunse la stanza, Murray gli chiese di chiamare il 911 e poi arrivarono i paramedici.

Martinez ha poi confermato che Murray durante l’interrogatorio non parlò mai delle telefonate e dei messaggi che fece quella mattina (come risulta dai tabulati dei suoi due telefoni), non fornì mai alcuna cartella clinica di Michael Jackson per il suo trattamento a Carolwood, non richiese alcuna autopsia né firmò il suo certificato di morte.

Nel controinterrogatorio, Chernoff ha fatto notare che i detective non chiesero a Murray se lui avesse fatto altre telefonate oltre a quella riferita da lui stesso fatta ad Amir, quindi ha voluto sottolineare che il suo assistito non ha mentito, ma semplicemente i detective non gli fecero quella domanda.

Inoltre, ha ottenuto conferma da Martinez di alcune dichiarazioni di Murray in quell’interrogatorio: che Michael sapesse tutto riguardo al Propofol, che lo chiamava il suo “latte”, così come si riferiva alla lidocaina come al suo “antibruciore”, e che spesso chiedeva a Murray se poteva iniettarsi il Propofol da solo, ma Murray non glielo permetteva..

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